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ACCERTAMENTO E RISCOSSIONE – Riscossione – Urge intervento del legislatore – Corte Costituzionale – Sentenza 120 del 10/6/2021

COMUNICATO STAMPA

AGGIO SULLA RISCOSSIONE DELLE ENTRATE PUBBLICHE: È URGENTE L’INTERVENTO DEL LEGISLATORE

Il legislatore è tenuto a valutare se l’istituto dell’aggio mantenga ancora «una sua ragion d’essere posto che rischia di far ricadere su alcuni contribuenti, in modo non proporzionato, i costi complessivi di un’attività ormai svolta quasi interamente dalla stessa amministrazione finanziaria e non più da concessionari privati o non sia piuttosto divenuto anacronistico e costituisca una delle cause di inefficienza del sistema». L’eccessiva dimensione delle entrate pubbliche non riscosse, pari a circa mille miliardi di euro accumulati in venti anni, rappresenta infatti un’anomalia non riscontrabile nel panorama internazionale e incide sulla funzione della riscossione, originando il paradosso di addossare su una limitata platea di contribuenti, individuati in ragione della loro solvenza (seppure tardiva rispetto alla fase dell’accertamento dei tributi), il peso di una solidarietà né proporzionata né ragionevole, perché determinata, in realtà, dall’ingente costo della sostanziale impotenza dello Stato a riscuotere i propri crediti…

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IMU – ATER/IACP – Esenzione prevista dall’art. 7, comma 1, lett. i), d.lgs. n. 504 del 1992 – Non spetta – Cassazione – Ordinanza 16055 del 9/6/2021

Ebbene questa Corte, anche a Sezioni Unite, ha ripetutamente affermato, che l’esenzione prevista dall’art. 7, comma 1, lett. i), d.lgs. n. 504 del 1992 non spetta per gli immobili gestiti da IACP, e cioè da aziende per l’edilizia residenziale pubblica, richiedendosi la duplice condizione, insussistente per questa categoria di beni, dell’utilizzazione diretta degli immobili da parte dell’ente possessore e dell’esclusiva loro destinazione ad attività peculiari che non siano produttive di reddito. (Cass. SU, n. 28160 del 26 novembre 2008; Cass., Sez. 6-5, n.13542 del 1 luglio 2016; Cass., Sez. 5, n. 14226 dell’8 luglio 2015; Cass., Sez. 5, n. 3733 del 17 febbraio 2010).

Coltivatore diretto e Imprenditore Agricolo professionale – Le differenze ai fini ICI/IMU – Cassazione – Ordinanza 12852 del 13/5/2021

Ai fini della qualifica di coltivatore diretto, per la Cassazione, il legislatore richiede che lo stesso si dedichi direttamente ed abitualmente alla coltivazione del fondo, con lavoro proprio o della sua famiglia, mentre per il riconoscimento della qualifica di imprenditore agricolo professionale è necessario che il soggetto dedichi alle attività agricole di cui all’art. 2735 c.c. almeno il cinquanta per cento del proprio tempo di lavoro complessivo e che ricavi dalle attività medesime almeno il cinquanta per cento del proprio reddito da lavoro. Lo I.A.P. non è tenuto direttamente a provvedere alla coltivazione del fondo, ma è sufficiente che lo stesso “conduca” direttamente il terreno agricolo, anche a mezzo di maestranze, trattandosi di un imprenditore che provvede, svolgendo attività di direzione e controllo, alla coltivazione del fondo. Quindi, se per il coltivatore diretto rimane forte il legame con il fondo agricolo, così non è per lo I.A.P., in quanto è evidente l’assenza di un collegamento diretto con l’esercizio di un’attività sul campo, che può esprimersi con modalità direzionali e organizzative dell’attività agricola e di allevamento del bestiame. Diverso, pertanto, anche il trattamento che ne discende ai fini ICI/IMU.

Per la diffusione di messaggi pubblicitari lo Stato e gli Enti territoriali sono assoggettati al nuovo canone unico patrimoniale di Tommaso Ventre*

di Tommaso Ventre

https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/per-diffusione-messaggi-pubblicitari-stato-e-enti-territoriali-sono-assoggettati-nuovo-canone-unico-patrimoniale-AEawkvO

L’imprecisa definizione e circoscrizione del presupposto impositivo per le componenti pubblicitarie confrontata con il mutato regime delle esenzioni disposte per legge evidenzia il mutamento del quadro normativo e solleva il problema dell’assoggettamento al prelievo della pubblicità effettuata dallo Stato e dagli Enti territoriali

CANONE UNICO – Legittimo il sollecito all’Ente per l’approvazione del Regolamento – TAR CT – Sentenza 839 del 16/3/2021

L’istanza di cui trattasi è stata formulata in quanto la ricorrente ritiene di poter trarre beneficio dall’applicazione del regolamento di cui all’art. 1, commi 816 e seguenti, della legge n. 160/2019. L’istanza della ricorrente, come risulta da quanto esposto, non appare manifestamente infondata, poiché la menzionata normativa di rango primario impone effettivamente ai Comuni di adottare gli atti di natura regolamentare idonei a disciplinare il canone di cui si è detto. Ne consegue che l’Amministrazione intimata avrebbe dovuto certamente riscontrare la richiesta della società.